Se penso alla visione d’impresa, subito il mio pensiero corre a Cristoforo Colombo.
Capitano di mercantili, animo da esploratore, condottiero di un’idea che cambierà la storia, mi immagino la perseveranza di un navigatore che non abbandona i propri intenti di fronte ai numerosi dinieghi dei finanziatori Reali.
Mi immagino la sua gioia, quando finalmente Isabella di Castiglia accetta di promuovere l’ambizioso progetto; e al tempo stesso la sua preoccupazione nell’armare la flotta e selezionare l’equipaggio migliore per affrontare un viaggio che nessuno aveva mai tentato prima.
Un obiettivo, le persone, i mezzi, ma soprattutto un grande sogno che non si potrebbe realizzare se non in squadra, in equipaggio appunto.
Nel mio essere piccola Argonauta* non vedo nel profitto il vello d’oro da conquistare. Il profitto è un mezzo, necessario, ma non è il fine.
D’altra parte, Colombo, non avrebbe potuto arricchirsi solcando le ben note acque dei commerci europei, senza rischiare un rovinoso fallimento o, peggio, la vita in un’impresa dalle grandi incognite?